Saturday, September 14, 2013

Che faccia ha la fame

Ho visto la faccia della fame.
Non era un bambino con le mosche intorno agli occhi in un villaggio africano.
Non era neanche un rifugiato di qualche guerra civile.
Aveva gli occhi blu, i capelli biondi e la pelle rossiccia, indossava una giacca da cuoco piu' grande di almeno tre taglie e mi stava a fianco nella zona in cui facciamo il pane al ristorante.

Le mie esperienze con i morsi della fame sono ridotte ai periodi in cui da ragazzina mi vedevo grassa e saltavo qualche pasto perche' la dieta della settimana consigliava di fare cosi', o a quelle volte in cui dimenticavo la merenda a casa, o a qualche appuntamento che tirava per le lunghe. Non avrei mai immaginato di vedere una persona occidentale, e per giunta americana, malnutrita e affamata.

Ho notato il ragazzo in questione, oltre che per l'abbigliamento, per l'aria spenta che aveva negli occhi, il mio primo pensiero e' stato "He's broken inside" e mi chiedevo cosa mai gli fosse successo per renderlo cosi'.  Con gli altri colleghi ridiamo, scherziamo, facciamo battute oscene irripetibili, lui invece sempre questa faccia spenta.

Da quello che sono riuscita a captare venerdi, il ristorante ogni tanto assume qualche caso pietoso indicato da qualche gruppo, e il ragazzo pare sia uno di quei casi. In ristorante non mangiamo durante la giornata, si fa il pranzo di gruppo, family meal, quando tutti i clienti sono andati via e si sono fatte le pulizie, in teoria ognuno dovrebbe fare una buona colazione che riesca a mantenerci in forze fino al pomeriggio inoltrato. Da qualche giorno dopo l'assunzione del ragazzo, alcuni cuochi di linea certamente piu' svegli di me, portano scatole di donuts e ciambelle varie (a spese loro) per fare colazione tutti insieme e si assicurano che il ragazzo mangi sempre qualcosa.
Io spesso salto il pranzo perche', e ora in prospettiva mi sento una merda, spesso cucinano pietanze a base di carne e io sono semivegetariana e non mangio carne ma pesce. Lui poverino aspetta il pranzo con trepidazione e mi avvisa sempre quando sono pronti ad iniziare.
Dubito che il ragazzo riuscira' a riempire l'uniforme di lavoro, non solo e' magrissimo ma la giacca da cuoco, che chissa' dove avra' reperito, ha le cuciture delle maniche che gli arrivano a meta' braccio, come un bambino con una maglietta del papa'. Pero' finalmente ha iniziato a sorridere, un sorriso con i denti rovinati di chi non ha mai visto un dentista, ma pur sempre un sorriso.
Venerdi siamo stati cosi' impegnati da non riuscire a fare il family meal in orario, il ragazzo finiva il turno alle tre e vedevo che aspettava e aspettava, alla fine e' andato via senza mangiare, quel pasto e' un suo diritto, lunedi prendero' da parte uno degli assistenti manager e mi sentiranno!
E' da ieri che non riesco a smettere di pensarci, fare un po' di spesa, cosa che in genere mi piace, oggi mi e' risultato piuttosto difficile.

12 comments:

  1. Ma chi sarà? Non si sa niente di lui? Forse è malato...
    Però, a parte questo collega, mi sembra che ti stia divertendo al ristorante. Sono contenta!

    ReplyDelete
    Replies
    1. Mi ha detto che ha un problema alla pelle, da qui il colorito rossiccio, ma non ha assicurazione e aspetta di essere pagato per vedere il medico.

      Ho dei colleghi curiosi, ridiamo davvero tanto.

      Delete
  2. O mamma mia....che storia tristissima. Speriamo che non gli facciano più saltare nemmeno un pasto, poverino!!

    ReplyDelete
    Replies
    1. Dubito succedera' ancora, ho fatto una "capa tanta" allo chef!

      Delete
  3. Che storia triste, però è una occasione bella e concreta per lui per svoltare, e sicuramente aver un pasto garantito così, specie dopo che avrai parlato con chi di dovere.
    Brava!

    ReplyDelete
    Replies
    1. Lui dice che vorrebbe fare carriera, speriamo bene.

      Delete
  4. E' una storia molto triste e ti dà la portata di come certe situazioni non siano solo confinate in paesi in difficoltà come africa o india, ma siano tra noi, nei nostri civilissimi e ricchi paesi. Spero davvero che questo lavoro sia per il ragazzo un'occasione di riscatto, che gli permetta all'inizio almeno di nurtirsi adeguatamente e poi via via di costruirsi un futuro dove non debba più patire la fame.

    ReplyDelete
  5. Che tristezza, ma anche che gioia! Speriamo che per questo ragazzo si risolva tutto in breve tempo. Se vedi che capita ancora un disguido del genere alllungagli un panino!

    ReplyDelete
    Replies
    1. Con la scusa di chiedergli cosa ne pensa di qualche pietanza gli rifilo sempre qualcosa, non voglio si accorga che lo faccio perche' so che ha fame.

      Delete
  6. Mi sembra bella questa scelta del ristorante di assumere questo tipo di persone, soprattutto in questi anni in cui i poveri sono quelli che fino a ieri erano classe media.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Si, pero' non pagano bene. Sempre meglio di nulla comunque.

      Delete