Friday, March 29, 2013

Bad, Bad Leroy Brown

Chi mi conosce lo sa, sono una di quelle persone che pur guidando un mezzo di trasporto inquinante non butterebbe mai una cartaccia in terra o del materiale riciclabile nella spazzatura regolare.  Qui al Sud riciclare non e' una cosa che fanno tutti e spesso vengo presa per fanatica.

Qualche giorno fa mi chiama la mia amica italiana, una di quelle persone che credono che riciclare sia una cosa da esaltati.
"Ma tu continui sempre a mettere da parte plastica, lattine e roba varia?"
"Certo!"
"Dove li porti?"
"C'e' un centro di raccolta, e' un po' lontanuccio, vado solo quando ne ho raccolti tanti"
"Ti pagano?"
"No."
"Ho fatto pulizie in casa, giardino e garage, ho molto metallo da buttare e ho sentito di un posto in cui ti pagano per metal scrap, mi accompagni?"
"Ok"

E cosi' questa mattina abbiamo caricato il mio truck di metalli vari, incluse le mie lattine, e siamo partite all'avventura. Prima di andare ho dovuto fotografare il carico, sembravamo Sanford and Son in versione redneck.
Io avevo le lattine, la mia amica invece ha graziato il mio truck con la presenza di un piccolo frigorifero, un barile (tipo quelli del petrolio) arrugginito, un'antenna di Direct TV, il parafango di un'auto con marmitta abbinata, pezzi di un ombrellone e tanti altri oggetti di metallo.
Io guidavo, lei era il navigatore.
Abbiamo trovato il posto, si trovava vicino alla ferrovia, aveva un aspetto un po' deprimente, persone con la faccia da disperati, auto ammaccate, una gru all'orizzonte che spostava pile di metalli, un cane dall'aria fortemente minacciosa.
Il cane.
Che io lo so di non essere del tutto normale.
Vedo il cane e inizio a canticchiare:
"And he's bad, bad Leroy Brown
The baddest man in the whole damn town
Badder than old King Kong
Meaner than a junkyard dog"
Certe cose solo io.

A fine avventura la mia amica si e' ritrovata con una trentina di dollari per il suo metallo, a me per le lattine ne hanno dato solo nove, che e' comunque meglio di nulla.  In compenso ho avuto modo di vedere lo "sparalattine," cosi' ho deciso di chiamarlo io, un cannone che appiattisce le lattine e le spara su un camion.

Nota positiva. L'incentivo economico e' piaciuto cosi' tanto alla mia amica che dice che d'ora in poi raccogliera' lattine e metalli vari anche se dovesse fermarsi in mezzo alla strada per farlo.  Dove non arriva la coscienza ecologica, arriva il potere dei soldi.
Sanford and Son


Una tristezza!
The Junkyard Dog
Lo Sparalattine!

Monday, March 25, 2013

Eremo con sorpresa

Questo fine settimana sono tornata a visitare i miei alberelli all'Eremo. Era una giornata un po' scura, minacciosa di pioggia.



Questo e' l'ingresso visto dal trailer. Perche' l'eremo e' fornito di trailer (mobile home) degli anni settanta, con tanto di acqua calda, riscaldamento e aria condizionata. Comunque un pugno in un occhio in mezzo a tanta bellezza.



Questa e' la mia quercia con sorpresa.


 
Mi avvicino ancora un po'.

E' un fox squirrel!

Qui e' vista da dietro. Dico vista perche' e' sulla mia quercia, il caos sotto non l'ha infastidita, ed e' in posa da Sfati Imperatrice. Mi piace pensare che sia femmina.

Il laghetto per abbeverare le mucche che non abbiamo. (E che non intendo avere)

Una catasta di legna, nonche' tentativo di foto artistica.

Bel prato verde all'orizzonte.


Saturday, March 23, 2013

Saint Patrick's Day, Pesci e Genealogia

Ho un figlio che festeggerebbe tutte le ricorrenze e un marito che non festeggerebbe nulla; quest'anno si e' addirittura dimenticato il nostro anniversario.  Quindi, visto che in una famiglia disfunzionale come la nostra alla fine a comandare e' il figlio, domenica scorsa abbiamo festeggiato anche (dico anche perche' noi non siamo irlandesi) Saint Patrick's Day. O almeno ci abbiamo provato.

Prima che il Gentiluomo partisse per l'Eremo gli ho chiesto se fosse sicuro di non avere sangue irlandese.
"No" ha risposto lui.
"Dalla parte di mia madre siamo francesi, puri.  Da quella di mio padre siamo scozzesi, inglesi e nativi americani, Cherokee."
"Non ti ci vedo con le piume in testa."
"La mia bis-bis-bis-bis-bisnonna era full blooded Cherokee!"
"Bla bla bla bla bla bla, conosconosco la storia."
"E un mio antenato era sulla Mayflower."
"Come fai a dire che era un tuo antenato? Aveva semplicemente il tuo stesso cognome."
"Se abbiamo lo stesso cognome vuol dire che siamo imparentati, no?"
"Guarda che il tuo antenato, come lo chiami tu, e' morto prima di riprodursi."
"Non c'entra nulla, i suoi familiari lo avevano comunque mandato nel nuovo mondo."
"Forse a fare l'indentured servant!"
"No, a cercare la liberta' di culto. E comunque e' l'intento che conta!"
"Fare-thee-well, my dear husband, fare-thee-well!" (Ho rischiato il vaff, lo so)

Dopo che il Gentiluomo e' partito io e il bambino ci siamo messi ad organizzare il party.
Ad un certo punto squilla il telefono, era la mia amica italiana, quella con la casa italianissima.  Mi racconta di essere andata a pesca con il marito il giorno prima e mi chiede se posso andare ad aiutarla, o piu' precisamente, ad aiutare il marito a pulire i pesci.  Io, che ancora devo imparare a dire di no a tutti, accetto e vado.
Io aiuto lui a pulire e pesci e mio figlio "aiuta" lei a fare la besciamella.
Cerco di fare piu' in fretta possibile, ho un party da organizzare! Questi sei pesci non sono nulla, il mio record l'ho battuto anni fa all' Ile de l'Oleron, nella casa al mare di Pappy e Genevieve avevo pulito due chili di sogliole in un tempo imbattibile, ce la posso fare, ce la posso fare!
Finalmente mi libero e saliamo in macchina per tornare a casa.
Mentre guido mi sembra di sentire un suono, come un  pzzsss ppzzsss.
Non riesco a capire da dove provenga.
Spengo la radio e il suono continua pzzsss ppzzsss...  sento un profumo che mi irrita le narici pzzsss ppzzsss...    mi giro e vedo mio figlio che mi sta spruzzando/inondando di Febrize, dice che puzzo.
Non che abbia tutti i torti, appena arrivo a casa mi trovo squame di pesce gatto anche tra i capelli e un odore di pesce nelle mani che sembrava non volere andare via.

Visto che ormai era gia' mezzoggiorno passato, i nostri festeggiamenti si sono ridotti a cucinare piselli, cavolo e qualche altra cosa, che anche se non di tradizione irlandese, fosse almeno di colore verde.
Il top lo abbiamo raggiunto improvvisando il dessert con un budino istantaneo al pistacchio, era verde, di un bel verde colorante artificiale.






Il budino nucleare.

Tuesday, March 12, 2013

The Gratitude Jar

Normalmente non sono una persona che tende a seguire le mode, anzi, forse proprio l'esatto contrario.
Se poi e' una cosa che arriva tramite facebook, ancora meno.  Pero' questa cosa mi e' piaciuta.  Sara' perche' tanti anni fa, in un momento nero, avevo visto su Oprah una signora che presentava il suo libro "Simple Abundance" e mi aveva colpito questa tendenza a positivizzare anche le situazioni banali e date per scontate, sara' perche' sono scema, ma questa cosa la volevo seguire anche io.
E cosi' mi sono munita di una mason jar, quei barattoli di vetro che qui si usano per le conserve, quelli che si riciclano ricomprando solo il tappo nuovo.
Ho comprato una penna con l'inchiostro rosa brillantinato (aargh) e dei foglietti bianchi.
Il primo gennaio ho scritto il primo bigliettino di gratitudine.
Il due gennaio mi sono dimenticata.
Il tre gennaio ho scritto quello del due e quello del tre.
Il quattro gennaio non ho avuto tempo.
Il cinque gennaio non mi sono ricordata.
Il sei gennaio ho scritto il biglietto mentre mi sforzavo di ricordare cosa fosse successo di positivo nei due giorni precedenti, cosi' da poter aggiungere i fogliettini mancanti.
Ho continuato per un po', saltando qualche giorno e cercando di recuperare.
Poi mi sono dimenticata del tutto.
Non che non abbia motivi per essere grata, sono solo vergognosamente pigra, non per nulla sono una delle fondatrici delle Sfaticated Housewives International (Ci chiamiamo housewives ma siamo solo in tre a non lavorare fuori casa).
Che poi inizio bene e con grande entusiasmo, stavo addirittura cercando una mason jar piu' grande e pensavo che i foglietti acquistati non sarebbero stati abbastanza a coprire tutto l'anno.
Poi, inesorabilmente, qualcosa di piu' interessante cattura la mia attenzione e diventa IL progetto fondamentale per quei giorni.
Che sia la famosa self-fulfilling prophecy? Effettivamente mi ripetono da sempre che inizio tante cose e non concludo mai nulla. Probabilmente a forza di sentirmelo dire mi sono autoconvinta che possa solo funzionare in quel modo.
Ora ogni volta che entro nella mia camera vedo il barattolo di vetro con il suo tappo a quadri blu, celesti e gialli.  All'inizio pensavo "Domani. Si, domani recupero." Ora penso "Oh well, ormai e' troppo tardi per recuperare."
Ho pensato di toglierlo per non vederlo e rimproverarmi, poi ho deciso che forse e' meglio lasciarlo, puo' darsi che mi serva da incentivo per concludere gli altri miei progetti.

E comunque la pigrizia certe volte paga: non ho dovuto cambiare l'orario nella mia sveglia perche' non l' avevo cambiato quando lo avrei dovuto fare. L'autunno scorso.




La mia Gratitude Jar sul mobile non ancora restaurato (il restauro non rientra nelle mie competenze quindi non mi sento in colpa).
Carina vero?