Wednesday, February 27, 2013

Ho sposato un astronomo botanico

E questo e' cio' che ogni tanto vedo spuntare su qualche superficie della casa.



Bottiglie di vetro, bottiglie di plastica, bicchieri di diverse dimensioni

















I bastoncini di legno che tengono a galla i semini













I cutting di un pero asiatico che fioriscono in pochi centimetri d'acqua.
Quasi pronti al trapianto.

Friday, February 22, 2013

Elezioni

Quest'anno, per la prima volta da quando ho l'eta' legale per votare, non votero'.
Saro' "obiettore di coscienza elettorale" sempre che una tale definizione esista.
  • C'e' chi mi dice che le mie sorelle dell'ottocento e del novencento si staranno rigirando nella tomba per il mio buttare al vento questo diritto per cui loro hanno lottato tanto.
  • C'e' chi mi dice che non voto perche' "tanto tu sei in America, cosa te ne puo' fregare dei problemi dell'Italia?"
  • C'e' addirittura chi, lamentandosi della situazione politica italiana da schifo, mi suggerisce fortemente per chi dovrei votare e quale partito e' da considerasi il male minore.
Quando mi rifiuto di scendere a compromessi, passo per menefreghista, egoista, qualunquista, fascista, comunista, tutti gli -ista possibili.  All'appello mi sembra manchino papista, satanista e pochi altri.
Braccata dal martellamento continuo del "meno peggio" mi sono fatta coraggio e ho deciso di indagare sui candidati dei vari partiti che chiedevano di venire eletti nella circoscrizione del Nord America.
Mai lo avessi fatto.
Sarebbe stato meglio chiudere gli occhi e fare la conta con i nomi dei candidati: "Chi fa la spia non e' figlio di Maria non e' figlio di Gesu' al governo all'-in-fer-no ci vaaaai tuuuu!" ed eleggere il mio rappresentante. 
Ho iniziato con i "santini" ricevuti per posta, un candidato parla di "vostri problemi" nelle "nostre comunita'."  Gia' qui mi hai perso. 
Altri due candidati sciorinano le loro foto con i personaggi "illustri", sembrano le foto che si vedono sui muri di alcuni ristoranti dove il proprietario stringe sorridente la mano al cliente famoso.
Poi sono passata ai candidati che appaiono sulle schede e che non hanno mandato i "santini" a casa.  Tra loro c'e' una donna che si e' iscritta (per cercare voti) ad un gruppo di expat che frequento.  Il suo programma elettorale come punto principale ha, e qui parafraso, migliorare la situazione delle donne italiane in Usa. 
Le donne. 
Italiane.
In Usa. 
Fosse successo in Usa l'episodio del rappresentante politico che parlando ad una donna davanti ad una folla di persone e alle telecamere si rivolgeva a lei con commenti e fraintendimenti a sfondo sessuale, il politico ora sarebbe fuori e la vittima conterebbe i denari del risarcimento per sexual harassment.
Ho letto i vari programmi, sono praticamente tutti uguali.  Iniziative vecchie, vaghe e sorpassate, promuovere il Made in Italy, promuovere la cultura e la lingua italiana, programmi Rai/Mediaset e stampa italiana all'estero.
Mi sono sentita grandemente presa per il culo. 

Questi personaggi vivono in un altro mondo, l'italiano che abita in Usa per loro e' la figura stereotipata della persona con la valigia di cartone, semianalfabeta e facile da raggirare.  Se davvero fossero interessati a rapprentarci seriamente, saprebbero che la maggior parte di noi ha un titolo di studio, legge e scrive correttamente almeno due lingue e certamente se ne strafrega della qualita' dei programmi Rai all'estero.

Non voglio mettere al potere nessuna di quelle persone. 
Non voglio che i soldi tolti al bambino disabile della mia amica vengano usati dal deputato per promuovere la cultura italiana mentre cena con l'ambasciatore. 
Non voglio diventare complice dello sfascio. 
Eppure lo so che ci sono vari tipi di complicita', quella di chi aiuta a commettere un reato e quella di chi osserva senza fare nulla. La mia presa di posizione somiglia piu' alla seconda. 
Non votare e seguire la mia coscienza e' la mia versione del "votare per il male minore."

E non mi piace il sistema elettorale.
Chi ha a che fare con bambini conosce il metodo.  Quando si vuole forzare un bambino a mangiare qualcosa di sano pur sapendo che il prodotto offerto non e' gradito, si limita il bacino di scelta e si offrono solo le cose decise in anticipo dall'adulto in controllo.  Invece di offrire broccoli, cioccolato, camelle e carote, si offrono solo broccoli o carote. Il bambino, messo davanti a questa scelta opta per la cosa che gli fa meno schifo, il male minore.  E nemmeno si lamenta piu' di tanto, l'illusione di avere importanza, potere decisionale o piu' semplicemente nessun'altra via d'uscita, fa miracoli.  Questo funziona per un certo periodo solamente, fino a quando il bambino matura abbastanza da capire che ci possono essere altre scelte e si puo' dire di no. In attesa che l'italiano arrivi al livello del bambino che finalmente capisce e dice "nessuno dei due," io non voto.

E' stato un dolore quasi fisico quello che ho provato mettendo via le schede, ma la mia anima e' in pace.  Hanno dei bei colori, allegri.  Per ora non le voglio piu' vedere, chissa', in futuro potro' riciclarle per qualcosa di utile.
Amen


Friday, February 15, 2013

Eta' o Location?

Sara' l'eta' o sara' che qui in Usa e' diverso, ma la festa di San Valentino sta iniziando a piacermi.
O forse e' l'influenza di mio figlio che le feste, commerciali e non, le sente tutte e le vuole vivere tutte.  Ora e' in fase di convincimento perche' vuole festeggiare Saint Patrick's Day, pur sapendo che noi non siamo irlandesi.
Mi piace il fatto che qui, diversamente da come era in Italia quando ancora ci abitavo, questa e' la festa dell'amore in generale e non solo della classica coppia di innamorati Lui e Lei.
Quando ero piccola era frustrante vedere gli adulti che si scambiavano regali e per me niente, poi crescendo vedevo le mie amiche ricevere il solito tubo di Baci Perugina con il pupazzetto o qualche altra stupidata con le stelline simbolo del prodotto stampate dappertutto.  Mi veniva quasi l'orticaria.  Per me una lettera o una serenata privata erano piu' personali e probabilmente piu' sentite.  (Non garantisco eh!)
No, non sono tipo da peluche io.
Qui mi piace, e' vero che esiste il trinomio ultra cliche' fiori + pupazzo + scatola di cioccolatini a forma di cuore, pero' non esiste solo quello.  E' una festa aperta a tutti.  Commerciale da paura, ma aperta a tutti.  Mi piace chi compra i regalini al proprio cane, le amiche che ti mandano una cartolina con i cuori ricordandoti che ti vogliono bene, i bambini con la lista della classe per non dimenticare nessun compagnetto. 
Ieri Cupido dalle ali d'oro deve avermi colpito con la sua freccia del cattivo gusto: sono uscita da casa appositamente per andare al dollar store a cercare qualche centrotavola sanvalentinesco particolarmente pacchiano.  Ormai avevano sostituito quasi tutte la decorazioni romantiche (?) con quelle verdi di Sain Patrick e quelle color pastello per la Pasqua, sono pero' riuscita ad accapparrarmi i palloncini a forma di cuore. 
Come ho detto, si, questa festa sta iniziando a piacermi, pero' non al punto tale da sconvolgere cio' in cui credo e soprattutto non credo.
Ho chiesto al Gentiluomo di non regalarmi fiori ma un bel mazzo di carciofi, e lui, quando e' rientrato dal lavoro, me li ha offerti insieme ad un bigliettino.  Ne ha trovato solo due e non avevano nemmeno il gambo lungo, pero' la cosa che mi e' piaciuta di piu' e' stato il fatto che la mia richiesta non lo abbia per nulla stupito.






Tuesday, February 5, 2013

Quando l'auto fa il monaco

Sono andata a casa della mia amica rumena; aveva bisogno di aiuto perche' doveva venire un suo compagno di corso per fare una stima su quanto sarebbe costato potare degli alberi. 
Lui e' messicano e stanno entrambi frequentando un corso di inglese per stranieri gentilmente offerto dalla nostra contea.
Lei non si sentiva di riceverlo da sola e cosi' mi ha chiesto di andare a farle compagnia.
Alle 13 e 30 suonano alla porta, e' Fernando, "il messicano" accompagnato da sua moglie.  Evidentemente anche lui non si sentiva a suo agio ad andare da solo.
La mia amica esce, io la seguo. 
Il pick up truck di Fernando e' parcheggiato fuori, e' nuovo, pulito e lucente. 
Fernando saluta la mia amica, le presenta sua moglie e poi guarda me.  Io sorrido.  La mia amica mi presenta come sua amica e sia lui che la moglie mi salutano.  Noto che lui inizia a guardarmi insistentemente come se mi stesse studiando.  Non capisco cosa voglia da me, mi guarda con un'aria come di sfida, e poi mi dice in spagnolo "Tu parli spagnolo, giusto?"
Io, forte del mio voto di 100 alla classe di spagnolo, gli rispondo nella sua lingua che si, parlo lo spagnolo.
Tanti anni prima avevo scelto la classe di spagnolo per due motivi: il primo perche' era tra le classi obbligatorie del mio major e le offerte alternative non mi attiravano per nulla, il secondo perche' mi piace imparare le lingue straniere.  E comunque ero certa che avrei preso un voto alto per via di un mio personalissimo sillogismo. 
Lo spagnolo somiglia al sardo.
Io il sardo lo conosco. 
Io conosco lo spagnolo. 
Logico no?

Io e Fernando intraprendiamo una sorta di danza degli sguardi, lui mi sfida, io giammai che abbasso lo sguardo.  Sono una donna moderna e indipendente (insomma), non sara' un maschilista qualunque a mettermi paura con le sue occhiatacce.  Nella mia testa canticchio "I won't back down," incrocio le braccia, ondeggio la testa e ora sono io a guardarlo con aria di sfida.  Non so cosa gli ho fatto ma gli sguardi non sono certamente amichevoli.  Si offre di potare gli alberi per soli 50 dollari e guarda me come se aspettasse una qualche reazione da parte mia.  Io non dico nulla, non sono mica un'esperta di potature!
La mia amica ci invita ad entrare e ci offre il caffe', sia io che lui rifiutiamo. 
Si inizia una conversazione piuttosto superficiale in cui lui evidentemente si rende conto del basso livello del mio spagnolo.  "Ma tu non sei messicana!"
"No, non sono messicana, sono italiana!"
"Pensavo fossi una messicana bianca."
"???"
Iniziamo a comunicare in spanglish.
"Tuo marito e' gabacho? (o qualcosa di simile)" 
Io che pensavo  "Ma ha detto gazpacho? O ha detto garbanzo?"
"Eh? Do what? Gacho cosa? No compriendo."
"Bianco. I bianchi li chiamiamo cosi'. Tuo marito non e' messicano?"
"No, non e' messicano."
"Ah, pensavo lo fosse... "
"Ma e' bianco?"
"Che io sappia, si"
Poi si gira verso la moglie che non parla l'inglese e le dice qualcosa.  Io capto qualche parola qua e la, una delle quali e' "coche."
Ridacchiano.
La mia testa inizia a frullare "Coche, coche...  conosco questa parola...  che caspita vuol dire... forse cane...  no, cane mi pare sia perro...  o perro vuol dire asino, o carro, no, forse gatto... ah, no!  gatto e' gato...  ma perche' mio figlio non guardava Diego e Dora, almeno ora saprei un po' piu' di spagnolo...   grazie tante Elmo!"
Si parla del piu' e del meno e io, distratta dai miei pensieri svolazzanti, mi incasino e diverse volte invece di dire si, rispondo con oui.  Avra' pensato di avere a che fare con una pazza.
Si contratta l'orario della potatura e Fernando e signora vanno via.
Li accompagnamo alla porta e io guardo fuori.
Il mio pick up truck e' parcheggiato nel vialetto, il suo colore bianco fa risaltare ancora di piu' gli schizzi di fango, ci vorrebbe una bella pioggia per lavarlo bene, sembra sia passato attraverso un cantiere edile...
Poi, improvvisa, l'illuminazione: il coche, il coche e' l'auto!

E poi dicono che l'abito, in questo caso l'auto, non faccia il monaco.