Wednesday, August 29, 2012

Lasciatemi spezzare una lancetta

Si parla spesso dell'America, nel bene e nel male.  Piu' nel male che nel bene, perche', si sa, fa moda.  Esistono anche alcuni sedicenti gruppi di italiani in America che su Facebook sparano a zero sulla nazione che li ospita.  Non vi piace?  Andatevene dico io.  Ci sono tante persone che accetterebbero la vostra permanent resident card a braccia aperte.

Ieri aspettavo che passasse il bus che ogni mattina porta mio figlio a scuola.  Il bus e' arrivato, Mrs. J. mi ha salutata da lontano, mio figlio e' salito e sono ripartiti.  Vedere questo bus giallo non e' niente di nuovo per me, e' uno spettacolo ormai abituale.  Ieri pero' per qualche strano motivo ho letto il numero del bus e il nome della contea, scritto bello grande in nero. Vedere quel nome,  "-------- County" scritto con quei caratteri grossi dava un'aria cosi' seria e ufficiale.  Poi ho notato le ruote enormi,  la sbarra aperta che si richiudeva per lasciar passare il traffico (non che serva, io abito in un cul de sac quindi se passa un'auto e' anche troppo). 
Quel bestione di bus era davanti a casa mia per mio figlio, la contea ha messo a disposizione il bus per lui, la contea paga Mrs J. perche' venga a prendere lui, la contea rifornisce di gas e si occupa della manutenzione del bus per permettere a mio figlio di andare a scuola.  Mi ha fatto uno strano effetto, una delle contee dello stato della Georgia, Usa, che muove i suoi macchinari burocratici e logistici perche il figlio di questa piccola cagliaritana possa frequentare la scuola.
Si che io pago le tasse, e in genere piu' del dovuto, che pero' mi viene prontamente restituito dall' IRS dopo qualche settimana dalla dichiarazione dei redditi.  Compro anche qualche biglietto della lotteria, che tanto non vinco mai, ma so che gli introiti vanno ad uso delle scuole pubbliche.
I bus passano per tutti, esite un orario preciso, devi solo essere sicura che tuo figlio sia alla fermata all'orario prestabilito, se non ci sei il bus non ti aspetta.  Nel mio caso e' diverso: il bus guidato dalla signora J. si ferma davanti a casa mia solo per mio figlio e aspetta che lui salga. 
Mio figlio e' nato estremamente prematuro, quindi come spesso capita ai bambini nati sotto il chilo di peso, e' stato diagnosticato con l'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), per farla semplice e' iperattivo.  Non e' in forma grave, e' un bambino abbastanza tranquillo, ha solo difficolta' a stare seduto per lunghi periodi di tempo.  Non gli diamo alcun medicinale, facciamo solo terapia del comportamento accompagnata a logopedia. 
In Usa funziona che si frequenta la scuola della zona piu' vicina alla propria casa, sono fiscalissimi, si passano grossi guai se si mette un indirizzo diverso per accedere ad un'altra scuola.  Nel nostro caso invece mio figlio e' autorizzato ad andare in qualsiasi scuola pubblica, purche' sia all'interno della nostra contea, che noi riteniamo piu' opportuna al suo bisogno e che offre quel tipo di terapie.  Non solo puo' frequentare una scuola a scelta, la contea ha il dovere di facilitare la frequentazione fornendo, quando necessario, anche il mezzo di trasporto. 
Se l'America fosse un posto cosi' terribile e ingiusto come certe persone dicono, non credo che mio figlio avrebbe tutto questo tipo di supporti.  Penso ad una cosa dell'Italia che mi manda in bestia: si puo' nascere, crescere e morire in Italia, ma se i nostri genitori non sono cittadini, non lo si sara' automaticamente nemmeno noi.  Se sei nato in Italia, parli l'italiano, frequenti le scuole italiane, tifi per l'Italia ma i tuoi genitori sono, chesso', senegalesi, tu sarai sempre considerato senegalese, anche se il Senegal lo hai visto solo in fotografia.
Mio figlio e' cittadino americano fin dalla nascita, quindi e' chiaro che abbia i diritti che spettano a tutti gli americani, una sua amichetta di logoterapia e' vietnamita, tutta la sua famiglia arriva dal Vietnam e anche lei ha gli stessi diritti di mio figlio. Stessa cosa per il compagnetto messicano, i genitori sono illegali, pero' lui ha giustamente diritto allo studio e ad avere un supporto linguistico in spagnolo.
Per me garantire il diritto allo studio e' un gran segno di civilta'.  Come ho scritto precedentemente, avete tanto da criticare?  Fate una bella valigia e andate via, non mancherete a nessuno.

13 comments:

  1. Be', sai, dipende tutto dalle esperienze personali. Io mi sono trasferita qui con alle spalle una buona esperienza "culturale" di quello che è questo paese, ma vivendolo dall'interno sto cominciando a pagare sulla mia pelle le sue contraddizioni più dolorose. In Italia ero una persona che lavorava nel campo della cultura, con un reddito basso che però mi consentiva una vita dignitosa. Qui sono una persona che, con lo stesso reddito da freelance che avevo in Italia, non può neanche permettersi di andare al pronto soccorso se si fa male. Non posso fare la valigia e andarmene (come spesso vorrei fare) perché credo che a qualcuno mancherei, in particolare a mio marito. E non dico neppure che l'Italia sia un paese perfetto, anzi! Però mi riservo il diritto di criticare quello che trovo ingiusto, in Italia, negli Stati Uniti e in qualunque altra parte del mondo.

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  2. Io amo le critiche, pero' quelle costruttive. Non mi piace chi critica solo per il piacere di criticare e spesso senza cognizione di causa. Ho sempre lottato apertamente contro le ingiustizie e continuero' a farlo. Perdo la calma quando qualcuno, venendo a sapere offro aiuto alle persone colpite da tumori, mi ricorda che anche la moglie del candidato repubblicano e' un cancer survivor. Penso alle mie amiche che il giorno dopo la chemio sono nuovamente al lavoro, perche' se non lavori non ti pagano. Non sai quante persone mi sono resa nemiche a causa della mia boccaccia. Pero' nel mio piccolo cerco di cambiare le cose, e quest'anno votero' anche io!
    Io ero l'esatto opposto tuo, in Italia avevo lavoretti minimi e malpagati, una volta arrivata in Usa ho insegnato all'universita'.
    Il reddito e' quello che e', pero' preferisco vivere qui, nel paese delle contraddizioni.
    Non riesci a tornare in Italia e continuare il lavoro freelance da la'?

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    1. Eh, certo, se non avessi sposato un americano! Proprio ieri siamo andati a sentire l'ennesimo parere per decidere se restituire o meno la mia green card, ma a questo punto ci siamo un po' fregati con le nostre mani: mio marito continuerebbe comunque ad avere un tax bracket più alto (per via del reddito congiunto) e quindi a pagare più tasse (un privilegio delle coppie sposate, a quanto pare, che rimarrebbe valido anche se io non fossi più residente negli Usa), e quello che potrei risparmiare in tasse tornando a essere residente italiana (perché che ci crediate o no, io qui pagherei più tasse che in Italia anche a prescindere dalla doppia tassazione. C'è una cosa che si chiama self-employed tax - ossia il pagamento del social security per i freelance - che da sola ammonta a più di quello che ho guadagnato qui negli Usa nell'intero anno) mi verrebbe sottratto in qualità della vita, visto che una persona che restituisce la green card non avrà mai la vita molto facile al momento di passare la dogana. Il mio è un caso molto particolare e molto difficile da prevedere in anticipo, ma se qualcuno ce lo avesse detto prima, col cavolo che ci saremmo sposati!

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    2. Anche se restituissi la green card dovresti comunque avere il Tax Payer Number, io l'ho avuto prima che ci trasferissimo qui, quando ancora non ero residente ma solo sposata.
      Il fatto di essere sposata non ti forza a dichiarare jointly, conosco diverse persone che lo fanno separatamente, io cercherei un buon esperto di tasse e valuterei i pro e i contro, chiederei inoltre se con il tuo lavoro puoi rientrare in qualche altra categoria tipo small business (faccio un esempio, non so quali siano i requisiti) e non self employed. Noi abbiamo scoperto di aver pagato piu' tasse del dovuto per diversi anni, purtroppo ignoravamo di aver diritto ad alcune deductions.

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    3. Grazie! Il fatto è che siamo abbiamo chiesto il secondo parere di un commercialista esperto di tasse internazionali, e anche lui ci ha confermato le brutte notizie :-(

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  3. Non sai quanto apprezzo questo post, e il tuo punto di vista. Grazie.

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  4. Se mi permetti, metterò il link a questo post sul mio blog, tra i commenti ad un post che ha toccato questi argomenti. Hai confermato ciò che io penso, ma ho avuto qualche critica... ;-)

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  5. bellissimo e interessantissimo post :( purtroppo qui in Italia si fanno figli e figliastri come tu ben sai, quindi c'è chi ha tutti i diritti e altri che invece non hanno nessun diritto, se ci fosse un sistema più equo e giusto credo che non andrebbe tutto a rotoli come ora

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  6. Purtroppo lo so. Una mia cara amica ha il bambino con diversi handicap, il comune della sua citta' le ha tolto l'aiuto perche' dovevano riesaminare il caso... E' un bambino che non ha nemmeno il controllo degli arti...

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