Non si tratta di una zona abitata da italiani e popolata di negozi col tricolore sventolante.
Si tratta della casa di una mia amica, quella che io chiamo Madre Teresa da Latina.
La sua casa vista da fuori e' la tipica casa americana con il giardino curato e la driveway bordata di piante, manca solo la staccionata dipinta di bianco.
Quando si varca la soglia e' come entrare in una capsula spaziale, spaziale inteso nel senso che non si e' piu' in uno spazio americano, ma si viene catapultati in una tipica casa italiana.
La prima cosa che colpisce e' il profumo che emana dal vapore delle pentole. C'e' sempre qualcosa in cottura. L' altro giorno si trattava di pollo al forno con patate e rosmarino. Mi sembrava di essere a casa di mia nonna. Che poi non era cotto nel forno tradizionale, ma in un fornetto elettrico. Il forno lei lo usa solo quando deve cucinare qualcosa troppo grande per il fornetto. Il forno, insieme al microonde (in dotazione con la casa) vengono usati come luoghi per conservare teglie e tegami vari. I pensili sono pieni di contenitori di plastica riciclati, ci sono quelli della margarina, quelli dei take out dei ristoranti e quelli rosa di polistirolo usati per confezionare la carne. Naturalmente sono pulitissimi e organizzatissimi, e ad ogni contenitore corrisponde un coperchio. La dispensa e' zeppa di provviste come se temesse una imminente carestia. Mi fa tanto pensare a mia nonna, all'inizio della Prima Guerra del Golfo aveva fatto scorte di farina, zucchero, caffe', sale e aghi e fili per cucire. Avendo vissuto personalmente la Seconda Guerra Mondiale, non voleva trovarsi impreparata.
Nella cucina della mia amica fa uno strano effetto vedere i barattoli di vetro in stile liberty con le parole zucchero, sale e caffe' scritte in italiano.
La sala da pranzo ha il classico mobile con le ante di legno sotto e i vetri sopra. Il legno e' laccato e tirato a lucido, non c'e' un solo granello di polvere. All'interno delle vetrine ci sono, oltre ai classici bicchieri per i vari usi, tanti ninnolini e ninnoletti, bomboniere, piccoli Swarovski e bottigliette mignon di liquori. Nella parte di sotto, quella senza il vetro, tiene le ciliegie sotto spirito fatte da lei e il servizio di piatti "buono." Mi fa tenerezza, ne ho viste tante vetrinette cosi' nella mia vita.
La spalliera dei divani e' coperta da centrini perfettamente stirati, su un tavolino di vetro altri centrini e oggettini vari.
Le camere da letto sembrano lo show room anni ottanta di un qualsiasi mobilificio di una qualsiasi provincia italiana. I copriletti lucidi, le tende abbinate, qualche quadro dozzinale non troppo offensivo alla vista.
Lei e' una persona dolcissima, una che si toglierebbe anche la maglietta per aiutare uno sconosciuto. Si e' sposata giovanissima, ha avuto un figlio e ha divorziato. Diversi anni dopo ha conosciuto un militare americano, vedovo e con una figlia, si sono innamorati e hanno unito le loro famiglie. Sono una bellissima coppia, lui nero scuro scuro e lei bianca come il latte. Hanno vissuto per tanti anni in Italia e poi qualche anno fa si sono trasferiti qui in Usa con famiglia e mobilio al seguito.
Quando parliamo e lei usa la parola "bello" io scoppio sempre a ridere, mi sembra di sentire Verdone. Per fortuna ha il senso dell'umorismo e ride con me.
La prima volta che e' entrata a casa mia per poco le veniva un colpo. La mia casa e' spartana, niente centrini (li odio), niente mobili lucidi e niente vetrinette. Il mio arredamento e' un mix di mobili antichi ereditati dalla parte francese del Gentleman e cose che abbiamo comprato nei nostri vari soggiorni in altri continenti. Su una madia che ha fatto avanti e indietro tra la Francia e l'Africa nel periodo coloniale, ho messo solo cornici d'argento di diverse forme, stili e dimensioni, con foto di mio figlio in tutti i suoi vari stadi. Niente centrini. Niente!
Da una parte c'e' una panca del Guam, quella si e' laccata, pero' ci e' stata regalata, io l'avrei preferita naturale. Da un'altra parte un cavallo di legno di Bali. Alle pareti le creazioni artistiche di mio figlio incorniciate.
Non ho nemmeno le tende! (Le mie finestre hanno le blinds quindi quando le chiudo ho la mia privacy.)
Povera amica mia, ha provato a riformarmi, cercava di convincermi ad avere una casa arredata piu' convenzionalmente, ma alla fine si e' arresa. E pensare che non ha visto la bomba vuota che avevamo in sala e che ora risiede in garage! E' una cosa enorme, sara' minimo due metri, veniva usata per training e il Gentleman l'ha comprata molto prima di conoscere me con l'intento di trasformarla in qualcosa di utile.
Potrei fare come lei e suggerirle, nel suo caso, di eliminare qualche oggetto
Capisco la nostalgia italiana ma, dalle tue descrizioni, io preferisco la tua! Anche la mia è un insieme di stili, mobili etnici o recuperati e sistemati e pezzi più "cool" trovati già in casa. E poi ti dirò, io di centrini ormai ne vedo solo a casa delle nonne ;)
ReplyDeleteA me piace cercare pezzi abbandonati e ridare loro vita anche con usi diversi dall'orginale.
DeleteLa tua amica ricorda tanto mia mamma, con i centrini da tutte le parti, rigorosamente fatti da lei, io li detesto, si riempiono di polvere e sinceramente non mi piacciono, e non adoro nemmeno i ninnoli o le cianfrusaglie come i soprammobili però adoro le tende e quel gusto tutto italiano di arredare le case, ti fa sentire a casa di tua madre o di tua nonna, insomma ti fa sentire profumo di casa :)
ReplyDeleteE' una cosa che non so spiegare. Appena entri a casa della mia amica senti davvero di essere in Italia. Poi quando esci vedi la cassetta delle lettere US Mail, le macchine enormi parcheggiate fuori e l'incantesimo si rompe.
DeleteMa io nemmeno quando ero a Roma ho visto case come quella della tua amica, se non appartenenti alle vecchie zie incartapecorite!!! :DDD Anche io ho portato degli oggetti qui dall'Italia, ma niente a che vedere con ninnoli e centrini; pero' l'idea di avere in casa delle cose che fossero della nostra casa italiana mi piaceva tanto, che anche fossero le cornici di ikea, per dire. Oltre al fatto che sarebbe stato idiota buttarle li' per ricomprarle qui, va be.
ReplyDeleteLa mia situazione era diversa dalla tua, io non avevo una casa tutta mia con cose mie. Le cose alle quali tenevo sono riuscita a portarle, altre ancora aspettano a casa di mia sorella. Quando sono andata a vivere con il Gentleman anche lui aveva poche cose, perdippiu' ereditate da amici. Quello che abbiamo ora lo abbiamo raggiunto a poco a poco, comprando qua e la'.
DeleteNemmeno io al tuo posto avrei buttato le cose che avevi gia'.