E' una delle mie cose preferite.
Mi piace proprio guardare un canale dove la maggior parte dei film sono stranieri, indipendenti e in lingua originale con sottotitoli.
Oggi ho beccato la fine di un film turco e la replica di uno coreano. Proprio la mia giornata, visto che conosco quattro parole in turco e credo di parlare il coreano.
Il film coreano e' di una tristezza incredibile, ma con una sorta di lieto fine, e in un certo senso mi tocca da vicino visto che per un periodo della mia vita ho abitato in Corea del Sud. Rivedere i venditori ambulanti di cibo, i mercatini, gli uomini d'affari con l'abito con la piega perfetta e le auto scure, il mix di ricchezza e miseria, mi ha rimandato indietro nel tempo. Nel film le vocine delle bambine "Adjuma', adjuma'." La memoria olfattiva prende il sopravvento, mi sembra perfino di sentire l'odore dell'olio di sesamo bruciato dall'uso e riuso continuato. E il freddo, il freddo che le bambine del film soffrono, lo conosco anche io. Sembra penetrare nelle ossa, poi entri in un qualsiasi negozietto con i vetri appannati dal contrasto di temperatura e le narici vengono assalite dall'odore del carburante che viene usato per le stufe. E il tepore del nostro micro appartamento con il pavimento riscaldato, la tv che trasmette i canali coreani e tre internazionali, Eurosport, CNN e Country Music Television, country music, seriously?
Io che mi commuovo quando ad inizio giornata trasmettono l'inno nazionale coreano in tv, secondo me uno dei piu' belli, con le parole che cambiano colore tipo karaoke. La signora del piano di sotto che apre il rubinetto mentre mi faccio la doccia e mi porta via l'acqua calda, io che urlo improperii in cagliaritano, tanto qualsiasi lingua andrebbe bene, e lei che capisce che sono sotto la doccia e chiude subito il rubinetto. La stessa vicina che con la madre mi porta un vassoio di cibo e bevande per onorare il nuovo anno coreano. Le mie passeggiate solitarie (beata incoscienza della gioventu') nelle zone meno frequentate da stranieri. Gli incontri nella stanza della televisione pubblica con l'amico anziano, ex militare americano, che abita da povero in Corea perche' non ha piu' famiglia in Usa, ma ha investimenti per centinaia di migliaia di dollari. Poi la primavera, la festa di compleanno di Budda con le lanterne di carta, il pranzo gratuito per i visitatori, la statua enorme che contrasta con il verde del fiume, i numerosissimi tempietti colorati d'oro. I locali notturni con le ragazze seminude che farebbero qualsiasi cosa pur di vendere un drink in piu' o trovare un americano che le porti via, la dignita' degli anziani che abbassano gli occhi per non vedere certi scempi. Innamorarsi di un paio di scarpe col tacco blu e poi scoprire, mesi dopo, che sono una perfetta imitazione di Versace.
Colori, odori, sapori, voci. Parte di me, nella mia testa, fusi nel mio dna. Per sempre.
Che belli i ricordi legati alle sensazioni e agli odori. belle anche le tue avventure, raccontane altre. Ti aggiungo al mio blog, cosi' ti seguo, anche se il mio lo sto trascurando , causa mancanza di tempo. Basireddusu
ReplyDeleteGrazie! Appena capisco come funziona questa cosa cerchero' di aggiungere il tuo blog.
DeleteSaludi e trigu!
Ehi come profuma questo post!
ReplyDeleteKamsamnida! Grazie!
DeleteC'era una vecchia, vecchissima canzone dello Zecchino d'oro. Parlava di un paio di stivali fatti di pelle blu che eran nati per ballare. Poi c'era un tipo timido che non rideva mai ... s'infilò quegli stivali .... e a un tratto le sue gambe cominciarono a tremar. Ecco, mi hai fatto venire voglia di ballare. In mezzo alla neve, chissà perché. Forse perché mi hai risvegliato la memoria uditiva, del freddo silenzio invernale svedese. A me un paio di stivali di pelle blu.
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